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GLI AFFITTI TORNANO A CRESCERE

Crescono i canoni di locazione, è quanto emerge dal rapporto annuale di Solo Affitti (  sotto riportato), finalmente una mezza buona notizia per i proprietari immobiliari che hanno investito nel mattone e che negli ultimi anni hanno visto una considerevole riduzione dei valori di locazione.
L'aumento che Solo Affitti registra non ha di certo colmato la differenza in meno che si è registrata negli ultimi 7/8 anni , prendiamolo come un auspicio per il futuro, apprendiamo inoltre con piacere che a Bologna  il report indica il maggiore aumento, 11,6 % .
 
“Dal 2010 al 2014 – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – i canoni d’affitto erano diminuiti del 12,5%, quest’anno registriamo una ripartenza con prospettive migliori per il mercato. Le abitudini degli  italiani stanno cambiando e la locazione diventa sempre più una scelta permanente. Molte famiglie, infatti,prendono casa in affitto come abitazione principale, anche per ragioni economiche, orientandosi su ambienti più ampi e confortevoli per i loro bambini”.

Il trend dei canoni d’affitto. Se a livello nazionale l’aumento dei prezzi d’affitto nell’ultimo anno risulta  inferiore al 2%, ci sono città dove l’incremento raggiunge la doppia cifra come a Bologna (+11,6%), Perugia  (+9%) e Bari (+8,5%). Oltre la media nazionale l’aumento a Napoli (+6,3%), Genova (+5,5%) e Catanzaro  (+5,2%). A Milano, che già nel 2014 aveva anticipato il trend in risalita sotto la spinta dell’Expo, si registra  un +2,4%. In alcune piazze tuttavia persiste il segno meno. A Palermo la contrazione più consistente degli  affitti: -7,7%. Seguono Potenza e Campobasso (-5% ciascuno), Roma (-2,2%), Trieste (-1,9%) e Trento (-
1,2%). Una generale stabilità si rileva ad Aosta (+0,8%), Ancona (+0,1%) e Cagliari (-0,4%).
Le grandi metrature spingono il mercato locativo. I quadrilocali tirano soprattutto a Bologna (+15,2%),  Perugia (+14,3%), Bari (+11,6%), Genova (+11,5%) e Venezia (+10,4%). I trilocali sono molto richiesti a  Perugia (+11,4%), Bari (+11,3%) e Bologna (+10,6%). In altre città gli appartamenti di maggiori dimensioni  sono meno appetibili: i quadrilocali fanno registrare canoni in calo ad Aosta (-5,9%), Campobasso (-4%) e  Palermo (-3,9%), i trilocali a Palermo e Potenza (-4,9% ciascuno), e Campobasso (-4,8%). Locazioni stabili  per mono e bilocali (+0,1% ciascuno).

La casa in affitto diventa abitazione principale. Il Rapporto di Solo Affitti rileva un significativo cambio  dei costumi da parte degli italiani rispetto all’affitto, complice la crisi economica di questi anni. Rispetto  all’ultimo anno le famiglie che prendono in affitto un appartamento come abitazione principale sono  aumentate di quasi 10 punti percentuali, dal 50,3% del 2014 al 59,8% del 2015. Il trend è ancora più marcato  in città come Palermo e Trento (80% ciascuno), Campobasso (75%) e Roma (70,4%). Sotto la media  nazionale Trieste (45%), Milano (49%) e Genova (45%), dove più importante è la richiesta di trasfertisti e  studenti. Diminuisce leggermente, a livello nazionale, la quota di richieste di locazione provenienti da  lavoratori in trasferta (da 25,1% nel 2014 a 22,6% nel 2015) e studenti fuori sede (da 22,9% a 16,1%).

I prezzi della locazione. Per prendere in affitto un appartamento in Italia occorrono mediamente 516 euro, che salgono a 558 euro se l’appartamento è ammobiliato e a 572 se dotato di garage. Milano si conferma anche nel 2015 la città più cara per gli affitti (canone medio di 916 euro) superando Roma (809) di oltre un centinaio di euro. Seguono Firenze (645 euro), Bologna (568 euro), Venezia (566 euro), Napoli (546 euro).
Vivere in affitto costa meno che altrove a Potenza (379 euro), Campobasso (381 euro), Perugia (396 euro) e Catanzaro (399 euro).

La tassazione degli affitti. Secondo Solo Affitti anche nel 2015 la cedolare secca è stata preferita alla tassazione IRPEF, utilizzata ormai in poco più di 1 contratto su 10 nei capoluoghi di regione. La nuova tassazione viene impiegata mediamente nell’87% dei casi, con punte del 97% a Perugia, del 95% a Napoli, del 93% ciascuno a Roma, Venezia e Firenze.

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