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BONUS MOBILI ED ELETTRODOMESTICI

È il 6 giugno 2013 la data a partire dalla quale è possibile fruire delle detrazioni per acquisto di mobili ed elettrodomestici connessi a ristrutturazione.
 
Per non perdere il diritto allo sconto fiscale del 50% su un massimo di 10.000 € di spesa è importante prestare attenzione ad adempimenti e date:

  1. la causale della spesa. Il rinnovo dell’arredamento dev’essere legato ad attività di ristrutturazione dell’immobile;
  2. le date. Nel passaggio del Dl 63/2013 in Parlamento sono state effettuate alcune modifiche e precisazioni. In particolare, il Senato ha inserito un emendamento all’articolo 16 che aggancia la partenza del bonus-mobili alle “spese documentate e sostenute dalla data di entrata in vigore del presente decreto“. Il decreto è entrato in vigore il 6 giugno scorso: quindi questa è la data a partire dalla quale le spese possono essere detratte.

Per le date dei lavori di ristrutturazione edilizia, invece, permane qualche incertezza.
La detrazione per arredamento ed elettrodomestici vale per i lavori ancora in corso alla data del 6 giugno, mentre non è chiaro se sia possibile usufruirne qualora i lavori siano stati ultimati e sia stata già data comunicazione di fine lavori. In tal caso, meglio attendere un’indicazione da parte dell’agenzia delle Entrate.
 
Pagamenti
Con un comunicato stampa, il 4 luglio scorso l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’unico mezzo di pagamento accettato è il bonifico bancario o postale. Di solito, però, mobili ed elettrodomestici sono pagati con contanti, con assegni, o ricorrendo a finanziamenti agevolati proposti da società finanziarie. Il bonifico, dunque, rappresenta uno scoglio in particolare per spese consistenti e non in pronta consegna, dove diviene difficile usufruire dell’acquisto tramite finanziaria.
Anche qui è importante che il Fisco fornisca dei chiarimenti.
 
Tipologie di mobili
In Senato, la detrazione è stata estesa ai grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+. In attesa di chiarimenti ulteriori, per individuarli ci si può basare sul dossier del servizio studi della Camera, in base al quale sono considerati tali “frigoriferi, lavatrice, congelatore, lavastoviglie, lavasciuga, forno”.
Nel dossier che accompagna il Ddl di conversione si legge che i prodotti finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione possono essere:

  1. mobili;
  2. grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+.
  3. Per “grandi elettrodomestici” si considerano comunemente frigorifero, lavatrice,
  4. congelatore, lavastoviglie, lavasciuga, forno;
  5. forni di classe A.

Il Dossier precisa che “La direttiva 2010/30/UE ha previsto l’indicazione del consumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia, mediante l’etichettatura ed informazioni uniformi relativa ai prodotti. La direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. 28 giugno 2012, n. 104″ e invita a consultare l’apposito opuscolo dell’Enea in merito all’etichetta energetica. Aggiunge poi: “Per quanto riguarda la formulazione del testo, si osserva che la disposizione dovrebbe essere intesa nel senso di prevedere la detrazione, oltre che per l’acquisto di mobili, anche per l’acquisto di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (per i forni basta la classe A) limitatamente alle apparecchiature dotate di etichetta energetica.
Diversamente sarebbero ricomprese nelle detrazioni qualsiasi apparecchiatura per la quale sia prevista l’etichetta energetica (ad esempio televisori, lampade).
Al riguardo si chiedono chiarimenti al Governo” (Articolo 16. Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili).
 
Le possibili modifiche
Bisogna infine tener conto che il prossimo passaggio alla Camera, per la conversione del decreto in legge, potrebbe non essere quello definitivo. È probabile che vi sarà un ulteriore passaggio al Senato. La co-relatrice del provvedimento per la commissione Finanze della Camera, Silvia Fregolent (Pd), al termine della seduta congiunta con la commissione Attività produttive che ha dato il via al testo approvato dal Senato, ha dichiarato che il decreto «presenta criticità» sul versante delle coperture.
 
Le scadenze

Ricordiamo che il decreto deve essere convertito entro il 3 agosto.Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto alle 19 di ieri (lunedì 15 luglio);
la conclusione dell’esame nelle Commissioni è prevista per giovedì 18 (al massimo venerdì 19); l’arrivo in Aula è atteso per il 22 luglio.

fonte: news.attico.it

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