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ACCONTO IMU NEL CAOS: LE RICHIESTE DEI CAF
Acconto Imu di giugno con le aliquote decise nel 2012.
È la richiesta che arriva dalla Consulta dei Caf, i centri di assistenza fiscale, per superare le difficoltà organizzative.
I Comuni hanno tempo fino al prossimo 16 maggio per deliberare le percentuali con cui bisognerà pagare la prima rata dell'imposta municipale sugli immobili. Ma in queste ore la questione si intreccia con la formazione del nuovo Governo dato che una delle richieste avanzate dal Pdl a Enrico Letta è quella di ripensare l'imposta con un esonero sull'abitazione principale e con la restituzione dell'imposta. «È partita la macchina per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi e la gente viene già da noi per sapere dei pagamenti - spiega il presidente della Consulta del Caf, Valeriano Canepari - C'è grande incertezza. Siamo in attesa di capire se ci sono decisioni di cambiamento da parte del futuro governo. Ma, comunque, lo slittamento al 16 maggio delle possibili modifiche dei comuni ci sta creando negatività gestionali. Sarebbe stato molto meglio usare la regola del passato, cioè far pagare al primo acconto la metà di quanto versato nell'anno precedente».
I paletti dell'associazione di Visco e Bersani
Tempi ridotti al minimo quindi e il rischio di difficoltà gestionali motivano la richiesta di un "ritorno al passato" almeno per il primo acconto. A testimoniare che sull'Imu regna ancora molta incertezza soprattutto politica lo dimostra la presa di posizione del Nens, il centro studi fondato dall'ex ministro Vincenzo Visco con il segretario dimissionario Pd Pier Luigi Bersani. Un'abolizione generalizzata sulla prima casa favorirebbe solo i più ricchi. Il 20% dei contribuenti più ricchi - spiega il Nens - ha versato il 44,6% dell'imposta, mentre i più poveri hanno versato il 2,4% dell'imposta (95 milioni). I contribuenti del II decile hanno versato il 2,7%, pari a 108 milioni). Il 20% dei contribuenti più poveri ha quindi versato solo il 5,1% dell'imposta. Quindi l'eventuale abolizione dell'Imu sull'abitazione principale comporterebbe un forte beneficio per il 20% dei contribuenti più ricchi, che beneficerebbero nel 2013 di uno sgravio - tra restituzione di quanto versato nel 2012 e abolizione dell'imposta dall'anno in corso - pari a 3,572 miliardi.
Il beneficio sarebbe invece minimo per il 20% dei contribuenti più poveri, che pagherebbero 406 milioni in meno. Una cifra 8,8 volte inferiore allo sgravio garantito ai più ricchi.
Nens ribadisce comunque che «una revisione dell'Imu è certamente necessaria. Occorre, in particolare, alleggerire il carico sulle abitazioni principali di valore medio e medio-basso (il Partito democratico propone di innalzare la detrazione a 500 euro) rendendo l'imposta più equa. Altra cosa è invece l'abolizione totale dell'Imu sulle prime case.
Le ingenti risorse necessarie per esentare le abitazioni principali di valore più elevato potrebbero infatti essere meglio finalizzate utilizzandole per ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa».
Fonte: Il sole 24 ore
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