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LA PRIMA "ZERO WASTE BUILDING" DI NEW YORK È ANCHE UN PO' ITALIANA
La prima "ZERO WASTE BUILDING" di New York è anche un po' italiana, il nuovo progetto di Renzo Piano.
Il nuovo condominio green newyorkese di Renzo Piano è un esempio di come si possa vivere ogni giorno in un ambiente ove si respira innovazione, progresso e sostenibilità ambientale allo stesso tempo
La più alta, la più verde, la più esclusiva. É la nuova struttura residenziale di Manhattan a New York: la regina del quartiere. Inaugurato il 3 di novembre, il 565 di Broome Street è già il condominio di New York più chiacchierato, che domina Soho, con vista sull'Hudson River.
30 piani, circa 99 metri di altezza, 115 unità abitative, 30.700 metri quadrati di estensione, il tutto per 700 milioni di dollari di valore.
Tutto merito dell'innovazione americana? No, c'è un'impronta tricolore nel progetto: il genio creativo di Renzo Piano ha partorito ancora una volta a un capolavoro.
La preziosa collaborazione tra il gruppo “Renzo Piano Building Workshop” e la “Think Zero”- specialisti nella consulenza per la riduzione degli sprechi e l'applicazione di strategie alternative – ha dato luce così al primo palazzo residenziale di Manhattan con certificazione “zero waste” di lusso. La partnership si pone inoltre un obiettivo sfidante: che la riduzione di almeno il 90% degli sprechi, requisito base per l'ottenimento di tale certificazione, sia conseguita durante il primo anno di apertura dell'edificio.
Ma cosa vuol dire “zero waste”? La strategia Zero Waste si fonda su tre pillars: raccolta differenziata per riciclaggio materiali, utilizzo di strumenti anti-spreco ed educazione dei residenti alla sostenibilità.
L'unicità del condominio è che davvero quasi tutto ciò che viene buttato può essere riciclato, persino i vestiti, gli utensili, le apparecchiature elettroniche (e-waste) e i giocattoli. Asciugamani elettrici per gli spazi comuni, acqua filtrata per i termos per ridurre l'utilizzo di carta e plastica sono alcuni degli strumenti anti-spreco di cui la struttura è dotata. Oltre a mettere a disposizione i mezzi per abbracciare la sostenibilità ambientale, i realizzatori del progetto hanno colto l'urgenza di educare i residenti e il personale che lavora nell'edificio all'applicazione delle buone regole e gesti quotidiani per combattere gli sprechi, dotando per esempio il palazzo di un'apposita zona dove depositare i rifiuti e ritirarli per lo smaltimento.
I dettagli del suo design sostenibile.
Bello sia fuori che dentro, lo Zero Waste Building abbina una piacevole estetica all'attenzione all'ambiente. Le pareti esterne dell'edificio sono interamente rivestite da una facciata di alluminio, dotata di una vetrata Low Iron Glass, con duplice utilità: i pannelli impediscono ai suoni di penetrare e allo stesso tempo riducono la dispersione termica. Le vetrate sono elemento dominante, si estendono dal pavimento al soffitto donando luminosità e sfruttano al massimo la luce naturale. Piano ha inoltre sviluppato un sistema di riciclo dell'acqua piovana che consente il riutilizzo di questa risorsa scarsa e preziosa e un conseguente risparmio.
Della realizzazione degli interni si è occupata un'impresa di design francese, la RDAI, che ha curato nei minimi dettagli la creazione di spazi abitabili moderni e accattivanti, fatti di parquet in legno di quercia, di eleganti soffitti altissimi e cucine personalizzate.
Anche i servizi comuni del condominio sono stati pensati per renderla una completa struttura di lusso. Non mancano infatti una portineria aperta 24 ore su 24, un ingresso privato con parcheggio automatizzato, una terrazza panoramica, una piscina interna, una palestra con spa, una libreria e un angolo bar.
Quanto costa vivere qui? I costi sono senz'altro rilevanti, ma va considerato che andranno a ridurre le spese condominiali, i costi di gestione del palazzo e le tasse sui rifiuti. Tutto sommato, vivere “più green” può diventare alla portata di tutti e lo Zero Waste Building è un caso di successo
Di Paola Savina da "Civiltà di cantiere"
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